Storie dalla grave emarginazione

Mi manca il fiato.
Corro a più non posso, mi fa male tutto, le gambe non reggono più, ma quello continua a inseguirmi.
Dai, smettila di correre che anche tu non ce la fai più, lasciami andare. Sono solo 20 euro, smetti di inseguirmi. Ma quello può correre ancora a lungo mosso dalla rabbia. Lo vedo nei suoi occhi che non si fermerà. Non arresterà la sua corsa finché non mi avrà preso. Arrivo in stazione tutto sudato, puzzo, ma ho 20 euro in tasca e va benissimo così. Oggi festa. Posso recuperare una dose e birrette fresche, posso stare sereno fino a domani. Che poi tanto domani si ricomincia. Ma oggi, oggi è tutto in discesa.

Prima di farmi, passo al Drop in così recupero siringhe e stagnole pulite. Per fortuna ci sono loro, la gente non lo sa, ma quel posto salva vite e soprattutto mi fa sentire al sicuro. È il mio rifugio. Con loro posso parlare e non mi giudicano. Posso ammettere la mia dipendenza e loro si prendono cura di me e della mia salute. 

Oggi sorrido, questo inverno sta finalmente scivolando via e il freddo sta mollando la sua morsa e, soprattutto, quel coglione non ha corso veloce quanto me.
Oggi sballo e brindo a te! Rubarti 20 euro dalla cassa è stato più facile del previsto.
Sono le 22 e suono il citofono del Dormitorio.
Speriamo non si accorgano della mia faccia stravolta, sono ancora in aria.
Non ho voglia che mi rompano i coglioni. Speriamo non ci sia Fabrizio di turno, quello se mi vede fatto, non mi molla più. Lo so che mi sta aiutando, ma deve capire che io faccio ciò che voglio, che se un tabaccaio del cazzo si allontana con la cassa aperta, io gli frego i soldi e corro a farmi. E gli operatori devono solo stare zitti!
Non voglio prediche!
Voglio solo andare a dormire.