Area minori e famiglie

Si prende cura dei ragazzi tra gli 0 e i 17 anni e dei genitori che si trovano in temporaneo disagio e fragilità. Offriamo una comunità alloggio per minori, l’assistenza domiciliare per i minori, gli incontri facilitati, i servizi di affido e di accoglienza e mutualità tra famiglie, i percorsi educativi per adulti e famiglie che abitano le comunità locali e i progetti per la gestione del tempo libero di bambini che vivono la malattia negli ospedali.

La comunità educativa per minori  “Il Guado” nasce nel 1997. Offre una casa ai minori che l’Autorità Giudiziaria allontana dalla famiglia in modo temporaneo. Il tribunale li segnala al servizio sociale e il servizio sociale si relaziona con la nostra struttura. All’interno lavorano dieci operatori, affiancati da un paio di tirocinanti e da un giovane che svolge il servizio civile. I ragazzi accolti sono una decina. Di solito sono minori, ma in alcuni casi possono essere maggiorenni che il tribunale decide abbiano ancora bisogno di tutela. Vivono nella nostra comunità, vanno a scuola, frequentano gli amici, fanno sport.

I nostri educatori si prendono cura di loro, vanno a colloquio dai professori, combattono perché facciano i compiti, fanno in modo che diventino autonomi e cercano di sanare le piccoli-grandi ferite che ambienti famigliari compromessi possono aver causato. Attorno e dentro la comunità si muove una notevole quantità di volontari. Sono di due tipi, quelli che si offrono per dare una mano e le famiglie amiche, i cui figli frequentano uno dei ragazzi della nostra comunità. 

Il Guado si trova a Mariano di Dalmine. 

Gli obiettivi del progetto sono:

• Essere un “ambiente di vita” per i minori. Fare in modo che quotidianità e attività si integrino in una relazione che favorisca la nascita di un clima “familiare” senza imitare la famiglia.

• Riproporre esperienze che sostengano il percorso di crescita e l’identità di ogni ragazzo.

• Mantenere la qualità della relazione educativa e la costruzione di percorsi educativi, costruiti in collaborazione tra la comunità, i servizi sociali, la famiglia d’origine, il territorio di provenienza.

• Oggi collaborano con la comunità xx volontari e xx famiglie di appoggio per il tempo libero dei minori.

Affido significa prendersi cura di un bambino ogni giorno, a casa, per un periodo più o meno lungo, finché non potrà tornare a casa sua. Significa allargare il nucleo famigliare. Significa collaborare con la famiglia del bambino con la quale, in modi e tempi diversi, si condivide la crescita, l’educazione e lo sviluppo affettivo. Significa essere genitori con e non essere genitori di. L’affido non è un’adozione, prevede che il bambino torni alla sua famiglia. Durante l’affido si è accompagnati da un’equipe che sostiene, guida, verifica e mette in relazione le due famiglie. La nostra equipe è composta da un assistente sociale, una psicologa e un gruppo di educatori professionali. Lavoriamo per l’Ambito di Dalmine. Ci relazioniamo con le istituzioni, assistiamo le famiglie che potrebbero diventare affidatarie a essere consapevoli di ciò che rappresenta. Ci occupiamo di capire quale bambino possa andare bene per un certo contesto.

Affido significa prendersi cura di un bambino ogni giorno, a casa, per un periodo più o meno lungo, finché non potrà tornare a casa sua.

Il progetto prevede la costruzione di una rete di famiglie che aiutino quelle in difficoltà, con i compiti, per accompagnare i bambini alle attività sportive, per fare una merenda. Il progetto sollecita i propri figli e propri nipoti allo scambio, e sviluppa anche il dialogo tra famiglie e culture diverse. Per partecipare basta avere un po’ di tempo da dedicare. A sostenere il progetto c’è la nostra equipe, composta da un assistente sociale, uno psicologo e un gruppo di educatori professionali. Lavoriamo per l’Ambito di Dalmine. Ci relazioniamo con la scuola, i Comuni, gli oratori, le associazioni, nei luoghi sensibili del territorio, per individuare un bisogno e cercare una risposta, che, a volte, è più vicina di quanto si possa immaginare.

Si tratta di un intervento che l’educatore compie a domicilio quando il tribunale riscontra una compromissione nella funzione genitoriale, quando, ad esempio, il genitore vive momenti di difficoltà economica, sociale, psichica. Si tratta di un’attività svolta in una fase di prevenzione, quando si cerca di sostenere il bambino se ha dei comportamenti aggressivi e se non partecipa alla vita sociale. È un’attività che cerca di evitare che il bambino possa o debba essere allontanato dal nucleo famigliare. Il servizio è svolto con in collaborazione con Cooperativa Alchimia, Cooperativa Aeper, Cooperativa l’Impronta.

Si tratta di incontri che vengono organizzati tra genitori e figli quando il bambino è allontanato dal nucleo famigliare o quando un genitore può vedere il figlio, ma non può farlo da solo. L’incontro può avvenire in una ludoteca, in uno spazio gioco, in un nido, in un centro di aggregazione giovanile. Un nostro educatore prepara l’incontro, accoglie il genitore, cerca di capire gli stati d’animo e quali richieste ha. Media la relazione durante l’incontro. Quando il bambino se ne va, l’operatore fa un’analisi dell’incontro con il genitore, poi stila il report che invia ai servizi sociali. Gli incontri facilitati sono efficaci anche in casi di separazione conflittuale. Il servizio è gestito insieme a Cooperativa Alchimia.